Anche chi si candida ha BIAS!
Come affrontare efficacemente un colloquio
I Bias Cognitivi sono delle distorsioni della realtà che le persone attuano inconsapevolmente a causa delle loro esperienze e di concetti preesistenti, che impediscono di leggere correttamente il contesto, portando spesso ad errori di valutazione e mancanza di oggettività di giudizio.
Ma perché ne parliamo?
Nel processo di Selezione del Personale si parla spesso di Bias del Recruiting poiché, in fase di colloquio e di valutazione delle candidature, è facile incorrere nell’errore di farsi influenzare dai propri preconcetti. Ecco perché nel mondo HR la formazione è costante.
Sapevi che anche chi si candida, durante un colloquio, può farsi influenzare dai propri Bias? Imparare a riconoscerli è il primo passo per lavorarci e per presentarsi in modo ancora più efficace!
Facciamo alcuni esempi…
L’azienda non è seriamente interessata al mio profilo e dopo il colloquio spariranno come fanno sempre tutte le aziende,
Quotidianamente ogni Recruiter entra in contatto con numerosissime candidature e curricula. Se ha scelto di contattare proprio te, è perché qualcosa del tuo CV ha attirato la sua attenzione. È facile mettere le mani avanti per non rimanere delusi, prova invece a contrastare il Negativity Bias con un po’ di sano ottimismo e di sicurezza nelle tue capacità, giocati bene la tua opportunità e non cadere nel Bandwagon Bias, che porta a credere a molti luoghi comuni (anche nei confronti del mondo HR) solo perché sostenuti da una relativa maggioranza.
“Dove ti vedi fra 5 anni?” “Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?”
Sicuramente vorranno sentirsi dire che il mio sogno è lavorare per la loro Azienda, dico quello che si aspettano così ho maggiore possibilità di fare buona impressione…
Il Clustering Illusion è un Bias secondo cui tendiamo a vedere schemi o modelli ovunque, prendiamo le informazioni, uniamo i puntini (secondo i nostri preconcetti) e giungiamo frettolosamente a sommarie conclusioni. Ricorda: nei colloqui di lavoro non esistono risposte giuste o sbagliate, non esistono risposte “d’obbligo”, non esiste uno “schema” e non esistono candidati o candidate “modello”. Il colloquio serve per conoscersi, perciò quando ti viene posta una domanda, è perché si vuole conoscere te, sentire la tua risposta e ascoltare la tua storia.
Sono la persona perfetta per quel ruolo, ma mi hanno scartat* perché sono troppo giovane/sono donna/sono uomo/voglio una famiglia (e così via…)
Prima regola per la buona riuscita di un colloquio di lavoro è la capacità di autocritica. Quando ci convinciamo di un risultato ma non raggiungiamo il successo preventivato, potremmo rischiare di incappare nel Confirmatory Bias che ci spinge a interpretare le informazioni in modo del tutto soggettivo ed esclusivamente a supporto delle nostre tesi, oppure nel Self-serving Bias, ovvero la tendenza tipicamente umana di incolpare le forze esterne quando le cose non funzionano. Ogni colloquio è un’esperienza e da esso possiamo imparare molto per migliorare in futuro, anche quando le cose non sono andate come speravamo!